Papa Francesco lo scorso 15 settembre si è recato in visita apostolica a Palermo. La visita del pontefice è stata organizzata in occasione del venticinquesimo anniversario della morte del beato Pino Puglisi.
L’arrivo del Santo Padre a Palermo
L’evento prende inizio con l’atterraggio in elicottero di Papa Bergoglio all’aeroporto di Sigonella, dal quale si è recato a Piazza Armerina per un primo incontro con i fedeli per poi dirigersi a Palermo. Ad accoglierlo nel porto del capoluogo siciliano c’erano Monsignore Corrado Lorefice, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, il prefetto di Palermo Antonella De Miro e dal sindaco Leoluca Orlando.
Presenti all’arrivo del Pontefice in Sicilia anche migliaia di fedeli in preghiera. Dopo il saluto alla folla, alle 11.25 Sua Santità ha tenuto la celebrazione eucaristica al Foro Italico.
Alle 13.30, a conclusione della Messa, alla Missione di Speranza e Carità, il Papa ha pranzato, con l’umiltà che lo contraddistingue, insieme agli ospiti della missione e una rappresentanza di detenuti e immigrati. Successivamente, alle 17.30, si è svolto l’ultimo momento di riflessione in Piazza Politeama dove Papa Francesco ha incontrato i giovani fedeli.
L’omelia ai fedeli: l’esempio di Don Pino Puglisi
Sua Santità, durante la celebrazione eucaristica, nella sua omelia, si è rivolto così ai fedeli: “Chi vive per sé perde la vita intera. C’è da scegliere: amore o egoismo. L’egoista si attacca alle cose, il cuore si anestetizza con l’egoismo e alla fine resta solo il vuoto dentro. Il denaro e il potere non liberano l’uomo, lo rendono schiavo! Solo l’amore libera dentro e dà pace e gioia. La voce più forte non è quella di chi grida di più, è la preghiera. Oggi scegliete da che parte stare: vivere da sé con la mano chiusa o donare la vita con la mano aperta“.
In occasione dell’anniversario della morte di Don Pino Puglisi, Papa Francesco rivolge anche a lui il suo pensiero: “Il successo più grande non è la propria fama come il pavone, ma la propria testimonianza. Don Pino non viveva di appelli antimafia, ma seminava il bene, tanto bene. La logicamente del Dio denaro è sempre perdente: più hai e più vuoi, è una brutta dipendenza. Chi si gonfia di cose, scoppia! Chi ama scopre quanto è stato bello servire, trova la gioia dentro il sorriso fuori, come stato per Don Pino. Egli coronò la sua vittoria col sorriso, sorriso che non fece dormire di notte il suo uccisore il quale disse: ‘c’era una sorta di sorriso che trasmetteva la forza di Dio, una luce gentile che scava dentro e scalda i cuori’. C’è più gioia nel dare che nel ricevere“.
“Dare la vita senza aspettare che gli altri facciano il primo passo?”
A conclusione del suo discorso, Papa Francesco pone alla folla di fedeli degli interrogativi e spunti di riflessione: “Volete dare la vita senza aspettare che gli altri facciano il primo passo? Volete fare il bene senza attendere che il mondo diventa migliore? Volete rischiare su questa strada, rischiare per il Signore? Don Pino sapeva che il pericolo vero nella vita è non rischiare, è vivacchiare. Dio ci liberi da una vita piccola che gira intorno ai ‘piccioli’. Agli altri la vita si dà, non si toglie. La parola odio va cancellata, non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Oggi abbiamo bisogno di uomini e donne non di onore, ma di servizio, non di sopraffazione. Ai mafiosi dico: ‘cambiate fratelli e sorelle smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi. Se non fate questo la vostra vita stessa andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte. Dare la vita è stato il segreto della vittoria di don Pino, il segreto di una vita bella. Scegliamo anche noi una vita bella!“.
Papa Francesco incontra e incita i giovani in Piazza Politeama
Nel pomeriggio, in Piazza Politeama, il Papa si rivolge ai giovani cattolici con un messaggio di forte impatto: “Come si ascolta il Signore? Non si ascolta stando in poltrona, rimanere seduti nella vita crea interferenza con la parola di Dio che non è statica. Dio si scopre camminando, Lui ama parlare ai giovani mentre sono in cammino. Non si tratta di muoversi per tenersi in forma, si tratta di muovere il cuore, mettere il cuore in cammino. Cari giovani, affidate tutto a Lui, cercatelo nella preghiera nel dialogo con gli altri, Gesù crede in voi più di quanto credete voi in voi stessi. Gesù vi ama più di quanto voi vi amate. In tempo di crisi, dobbiamo sognare. Sognate sempre in grande perché il signore sta sempre nei grandi sogni di ognuno di noi!“.
Complimenti. Bell’articolo. Brava