È iniziata da qualche giorno la guerra dei btp e il Governo verso la manovra né è ben coscio. Le dichiarazioni di Salvini, Conte e Di Maio hanno lo scopo di tranquillizzare i mercati finanziari, che con il rialzo dei tassi dei titoli di Stato decennali, che viaggiano spediti verso il 4%, potrebbero mangiarsi in pochi giorni della stessa manovra. L’Europa è scettica e non solo. Ma chi ha ragione?
I mercati stanno con l’Europa
Le dichiarazioni al vetriolo da parte degli europeisti istituzionali, vedi Moscovici e Junkers che prospettano una profonda crisi dello stivale e dell’euro causato dalla manovra gialloverde, hanno avuto in risposta quelle di Di Maio in primis. Il leader pentastellato durante il weekend ha dichiarato che le critiche alla manovra italiana fortunatamente erano giunte a mercati chiusi. Quindi si aveva tutto il tempo per spiegare e tranquillizzare l’opinione pubblica internazionale sulla reale portata del def prima della ripresa delle contrattazioni. I mercati stamani hanno dato la loro risposta e hanno deciso, forse definitivamente, da che parte stare. I numeri sono inequivocabili. Vendite ovunque, piazza affari cede oltre il 2,5% e lo spread btp-bund sfora brutalmente i 300 punti. A questo punto solo un cieco non può rendersi conto che l’Italia è, in questo momento sola contro tutti.
Alleanze populiste compatte?
Se è vero che a giugno vi sono le elezioni europee, a quella data bisogna ancora arrivarci. Di Maio sfoggia un’alleanza con la Le Pen, e in caso di vittoria dei movimenti populisti alle elezioni di giugno, la geografia politica potrebbe cambiare. Non dimentichiamoci che però la stessa Le Pen, osannata in patria, le elezioni non le ha vinte. A trionfare è stato Macron, che è salito all’Eliseo a condurre la Francia verso un europeismo istituzionale. In prospettiva abbiamo quindi la creazione di un asse Roma-Parigi. Una grossa preoccupazione nello schieramento compatto dei maggiori statisti internazionali a cui si aggiunge anche il ministro Tria, sempre dubbioso sul quel numeretto della nota del Def (2,4%), che neanche lui è riuscito a difendere all’Eurogruppo.
Se hanno ragione meritano il Nobel per l’Economia
Il dubbio assale i mercati, gli investitori italiani ed esteri. È vero che la manovra per i numeri, ma non per le modalità, sembra aggressiva e spaventa. È anche vero che lo stesso Tria, il più moderato dei Governo sull’argomento, ha più volte ammesso che “si scommette su una crescita del Pil”. Una scommessa resta tale e detta da lui questa parola potrebbe sembrare brutale. Non vi sarebbe una certezza, una visione chiara di numeri. Il tutto, dunque, sarebbe solo frutto di un’interpretazione, forse politica. Non ci resta che sperare che il rinnovamento sia tale e porti buoni frutti. Ci auguriamo che tutti si sbaglino e che a Stoccolma il prossimo anno Di Maio, Conte e Salvini siano premiati con il Nobel per l’economia.
[…] Mai nella storia d’Italia una manovra economica ha avuto tante critiche quanto questa a firma del governo gialloverde. Critiche che sono piovute dall’Europa, dai mercati, dai sindacati, dagli imprenditori ed industriali. Sia dall’Estero, che dall’interno del paese un coro di no, tanto che noi di Free Press Online, abbiamo ironizzato e abbiamo detto scritto che “o siamo nei guai fino al collo o Di Maio e Salvini dopo questa manovra meritano il premio Nobel per l’economia” (clicca qui). […]