In un intervista pubblicata sul quotidiano francese Le Monde, il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker sulla manovra ha detto che “L’italia non rispetta la parola data”. Draghi si accoda e dice: “l’importante è che i Paesi con alto debito rispettino il patto di stabilità”. M5S: “La parola era stata data da Gentiloni”.
Le parole di Juncker ….
“Non ho nulla contro l’Italia, tutto il contrario: la amo. – ha detto Juncker – Che si smetta di descriverci come dei mostri freddi, rinchiusi in un bunker, insensibili all’appello dei popoli”. Poi ha spiegato che le autorità politiche italiane “sono libere nelle loro scelte, nel reddito minimo o nella fiscalità delle aziende. Devono tuttavia rispettare le regole per non mettere in pericolo la solidarietà europea“.
… e quelle di Draghi
Il presidente della Bce Mario Draghi, ha parlato della manovra italiana, senza mai però nominare l’Italia. Il suo è stato un discorso volutamente generale, nel quale ha descritto le modalità per avere benefici dalle misure monetarie europee. “Le politiche di altri settori – ha detto Draghi – devono contribuire con più forza ad alzare la potenziale crescita sul lungo e ridurre le vulnerabilità“. Poi è tornato sul suo cavallo di battaglia, parlando di riforme strutturali, secondo lui necessarie. Infine ha detto che è “importante nei Paesi in cui il debito pubblico è elevato e per i quali la piena adesione al Patto di stabilità e crescita è fondamentale per salvaguardare sane posizioni di bilancio“.
La replica del M5S: “Parola data dal Governo Gentiloni”
La replica a Juncker da parte del M5S non è tardata ad arrivare. A parlare sono i deputati pentastellati della commissione Bilancio. “Sorprendono ancora una volta le dichiarazioni di Juncker, che da un lato dice di amare il nostro Paese e dall’altro gli chiede ancora austerità, giustificandola con gli impegni di finanza pubblica presi dal governo Gentiloni“. Sulla loro posizione rispetto all’Europa, chiariscono: “Il M5s non è anti-europeista, ma interpreta in senso pieno lo spirito dei Trattati europei”
Tutti a dire che la manovra non va bene. Ma su come fare tacciono
Una manovra, quella italiana, su cui piovono critiche da ogni dove. Non va bene il deficit a 2,4%, è sovrastimata la crescita, gli investimenti non daranno i frutti sperati. Queste sono le frasi che da ogni parte del mondo si dicono quando si parla della manovra economica firmata Tria, Conte, Di Maio Salvini. Inoltre si dice che non rispetti i vincoli europei (ci piacerebbe sapere quali ndr.) e che finiremo come la Grecia. Ma nessuno, però a fare quella sana critica costruttiva. Nessuno a dire secondo degli studi è meglio fare questo o quello. Solo numeri, solo cifre, ma su come raggiungerli tutti tacciono. È vero che l’Italia è un Paese sovrano e ha un Governo, che sta lavorando, ma se si critica almeno lo si faccia per giusta causa.