A Nassiriya 15 anni fa la strage. L’attentato uccise 28 persone

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Oggi 12 novembre 2018 si ricorda che a Nassiriya 15 anni fa un camion esplose in una base italiana e fece una strage. Morirono 28 persone: 19 italiani e 9 iracheni.

La ricostruzione degli eventi

Alle ore 10:40 locale, ore 8:40 in Italia, un camion cisterna imbottito di esplosivo deflagrò davanti l’ingresso della base dei Carabinieri. Siamo a Nassiriya in Iraq e i morti furono 28, mentre i feriti 58. La strage poteva avere un numero di vittime ben maggiore, sebbene l’esplosione coinvolse anche il deposito di munizioni della base. Quella mattina era di turno al servizio di guardia della base “Maestrale”, il carabiniere Andrea Filippa, che sparò e uccise i due attentatori a bordo della cisterna. Il suo intervento, pertanto limitò il numero di morti. Tra i morti si contarono anche 9 iracheni. Nell’attentato fu coinvolta la troupe televisiva di Stefano Rolla, che era sul posto per girare un documentario sulla ricostruzione di Nassiriya dopo la guerra.

La posizione della base

La base, che andò distrutta nell’attentato, era situata a 7 chilometri da Nassirya. Distava 4 chilometri dalla base americana Tallil. A poche centinaia di metri vi era la base “Libeccio”, che fu danneggiata dall’esplosione. Durante il periodo di dittatura di Saddam Hussein, era la sede della Camera di Commercio. A distanza di due mesi dall’attentato, il reggimento dei Carabinieri lasciò la base e si trasferì a “Camp Mittica”, distante da Nassirya 7 chilometri con sede all’interno dell’aeroporto.

L’inchiesta sull’attentato

Dall’inchiesta della Procura di Roma, emersero dei problemi di sicurezza della base. Anche se non vi furono condannati, si arrivò alla conclusione che fu un errore porre la base militare all’interno della città e senza un percorso obbligato a zig-zag per avvicinarsi ad essa. La base, inoltre, era in un’area che non poteva essere chiusa. La commissione dell’Arma dei Carabinieri concluse che non vi furono omissioni riguardo il controlli e la sicurezza della base stessa. Sull’origine dell’attentato si percorsero 2 piste investigative: quella libanese e quella sunnita. Entrambe le piste portarono alla conclusione che la strage era stata ideata ed eseguita da estremisti sciiti. Questo avvalorò la tesi che in quei luoghi la base non aveva nulla da temere dalle popolazioni del luogo.

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