Delle analisi chimiche hanno fatto emergere quantità metalli pesanti oltre i limiti e sulla Tap vi è l’ombra dell’inquinamento ambientale. I Noe perquisiscono le sedi di Roma, Lecce e Medugno. Sequestrati i rapporti di prova nel laboratorio di analisi “SGS”, di proprietà francese, nella sede di Villafranca Padovana.
Le perquisizioni del Noe
Il reparto speciale del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (NOE), ha perquisito le sedi della multinazionali della Tap a Roma, Lecce e Meledugno. Perquisito la sede di Villafranca Padovana del laboratorio di analisi chimiche “SGS”, di proprietà francese, che ha eseguito le analisi delle acque di falda sotto il cantiere di San Basilio. Qui sono state riscontrati livelli di nichel, cromo esavalente, vanadio, arsenico e manganese superiori ai limiti di legge. I Noe hanno sequestrato tutti i rapporti di prova dal 2017 ad oggi. Per questi valori anomali scaturisce l’inchiesta della Procura di Lecce. Le indagini sono coordinate dal procuratore della Repubblica Leonardo Leone de Castris e dalla pm Valeria Farina Valaori.
I filoni dell’inchiesta
Non solo inquinamento ambientale. L’inchiesta mira, infatti, dimostrare i reati di truffa ed anche una serie di violazioni urbanistiche, che sono nelle ipotesi degli inquirenti. Il cuore dell’inchiesta ruota attorno alle violazioni della Legge Seveso nel sito nella zona di Masseria del Capitano.
Secondo l’ipotesi investigativa, infatti, il sito dovrebbe essere considerato attiguo a quello della Snam, che è ancora in progettazione. Per questo motivo pertanto, il progetto della Tap andrebbe a ricadere sotto le tutele della Legge Seveso. L’ultimo filone dell’inchiesta riguarda dei reati ambientali. La zona detta “Le Paesane”, la società ha espiantato 445 ulivi per fare posto alla trincea del gasdotto.
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