Mostro di Firenze, dalla tenda degli Scopeti un proiettile. Potrebbe cambiare la storia

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Il Mostro di Firenze torna alla ribalta dopo anni di silenzio grazie al ritrovamento, nei resti della tenda del delitto degli Scopeti, di un proiettile

Un proiettile nella tenda degli Scopeti

Il delitto degli Scopeti, è l’ultimo attribuito al Mostro di Firenze. La serie delle feroci ed agghiaccianti uccisioni, come per un incantesimo terminò in quello spiazzale, lasciando dietro di se una scia di morte cominciata nel 1974 nei pressi di Borgo San Lorenzo. Presumibilmente il 14 settembre vennero lì uccisi, in località Rabatta, Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore. Alcuni hanno ipotizzato che il delitto del 1968 a Signa di Barbara Locci e Antonio Lo Bianco. Il delitto degli Scopeti è uno dei più agghiaccianti. Caddero vittima del Mostro di Firenze due turisti francesi mentre nello spiazzale erano ricoverati nella loro tenda per passare la notte. Si tratta di Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot. Sulla data è in cui fu commesso il delitto vi è stato un ampio dibattito. A oggi c’è chi sostiene sia avvenuto il 7 settembre del 1985, chi il giorno dopo, l’8 settembre 1985.

Il delitto nascosto dal Mostro

Questo fa del delitto certamente il più chiacchierato tra quelli attribuiti al Mostro di Firenze. Oltre che per la data incerta della morti dei turisti francesi, gli autori del delitto cercarono di nascondere i cadaveri e spedirono al Pm Silvia Della Monica, incaricata di seguire il caso, un lembo del seno della Mauriot. Un incredibile corsa contro il tempo, tra la busta che viaggiava verso la procura di Firenze e il ritrovamento delle vittime.  Un cacciatore di funghi trovò, nel tardo pomeriggio del 9 settembre i corpi dei francesi, due ore prima che la busta arrivasse in procura.

Su cosa devono fare luce i periti

Nei resti della tenda è stato rinvenuto un proiettile, che per anni incredibilmente non era stato ne trovato ne repertato. La ricerca è stata effettuata nell’ambito della nuova inchiesta coordinata dal pm Luca Turco e condotta dal Ros. Oltre a verificare, con la strumentazione moderna se l’ogiva ritrovata, è stata sparata dalla Beretta calibro 22 o da una High Standard. Queste analisi rivelerebbero importanti notizie sull’identità del Mostro. La High Standard è un’arma poco comune, e si indaga sull’ex legionario Giampiero Vigilanti e il medico Francesco Caccamo. Il primo denunciò il furto della sua arma nel 2013, poco prima di essere indagato, il secondo aveva posseduto la stessa arma. La risposta a questo quesito la darà il perito balistico Paride Minervini. Al biologo Ugo Ricci invece il compito di reperire eventuali tracce di Dna, dalle quali si avrebbe la certezza dell’identità del Mostro.

Il proiettile che la Squadra Anti Mostro non trovò mai

Certo è che ha dell’inverosimile come la tanto declamata  SAM “Squadra Anti Mostro” creata appositamente per investigare sulla scia di sangue che segnò generazioni e anche la storia del nostro Paese, non abbia mai rinvenuto tale ogiva. Uno spiegamento di forze, strumentazione e soprattutto uomini, che allora non seppero guardare e trovare a un palmo dal loro naso una prova come questa. Se si rivelasse decisiva l’analisi di questo proiettile per spiegare la sequenza di morte e finalmente trovare un colpevole certo, questa mancanza avrà regalato l’impunità al o agli autori degli omicidi seriali più efferati che la storia italiana abbia finora conosciuto.

 

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