All’indomani dell’incontro tra Conte e Juncker, il commissario per gli Affari economici Pierre Moscovic gela l’Italia, ritenendo che l’abbassamento al 2% del deficit non basta.
Per Moscovici il 2,0% non basta
Gelato l’ottimismo italiano dopo l’abbassamento del deficit al 2,04%. Pierre Moscovici, il commissario per gli Affari economici dell’Ue ha, infatti, detto che “l‘Italia dovrebbe compiere ulteriori sforzi per il Bilancio 2019. È un passo nella giusta direzione, ma ancora non ci siamo, ci sono ancora dei passi da fare, forse da entrambe le parti“. Se passa la linea Moscovici, l’Italia sarà costretta ancora a tagliare. Chissà se si arriverà al 1,6% ipotizzato all’inizio dello studio del Nadef da parte del ministro del Mef Giovanni Tria.
Le borse festeggiano il dietrofront del governo, ma attendono altro
Le borse, intanto, hanno preso respiro e lo spread Bond-Bund è crollato a 266 punti base. Il paniere principale di Piazza Affari prende respiro. Questo a dispetto da quanto aveva dichiarato Luigi di Maio nel mese di ottobre 2018: “Le misure saranno attuate e il decit sarà a 2,4% già dal 2019“. Come già successo nella storia della politica, le parole e le intenzioni degli esecutivo, anche questa volta si è scontrata con la realtà dei fatti. La manovra con quei numeri, non era, ed a questo punto abbiamo avuto la certezza, sostenibile da una economia reale.
Conte e Tria a Bruxelles per cercare di evitare l’infrazione
A Bruxelles intanto vola anche il ministro di Economia e Finanza Giovanni Tria, che con Conte andranno a trattare ad oltranza con l’Ue. La missione è fare di tutto per evitare la procedura d’infrazione, altra cosa che l’economia reale del paese non potrà sostenere.
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