Secondo il Relazione annuale del 2019 da parte dell’Eu la libertà di stampa in Italia risulta essere deteriorata a partire dal 2018. Dimenticate, però, le querele con richieste di risarcimento danni abnormi risalenti agli anni scorsi.
Per Ue in Italia libertà di stampa deteriorata
Stando al report della piattaforma del Consiglio dell’Europa per la protezione del giornalismo la “maggior parte degli allarmi registrati – scrivono – sono stati inviati dopo l’insediamento del nuovo governo di coalizione il primo giugno”. Nel documento si legge inoltre che “Di Maio e Salvini hanno regolarmente espresso sui social media una retorica particolarmente ostile ai media e ai giornalisti”. Per numero di allarmi, l’Italia secondo il documento sarebbe uguale alla Federazione Russa.
Sono 19 le segnalazioni
Gli allarmi segnalati sono 19 e arrivano per lo più da minacce verso i giornalisti da parte “della malavita organizzata”. Tanto che a causa delle intimidazioni, 21 giornalisti sono costretti a vivere sotto scorta. Nonostante questo gli atteggiamenti di Salvini e Di Maio preoccupano l’Europa poiché i due vicepremier “esprimono regolarmente sui social media una retorica particolarmente ostile ai media e giornalisti”.
Qualche accusa specifica
Al di là delle accuse specifiche, come quella di voler ritirare la scorta a Saviano o Ruotolo, mai verificate, anzi smentite dallo stesso Salvini o la riduzione dei sussidi pubblici alla stampa, che avverrà solo gradualmente in modo da poter dare tempo agli editori (solo i grossi ndr.) di poter escogitare nuove formule economiche, l’Ue dimentica una pratica che in Italia è esercitata. La lite temeraria e querele verso i giornalisti “scomodi”.
Dimenticate le querele al Fatto Quotidiano degli anni passati
Su questo punto è proprio il MoVimento 5 Stelle a battersi da sempre affinché venga garantita la massima libertà di espressione e di stampa. In commissione Giustizia, al Senato, è da poco iniziata la discussione del Ddl contro le liti temerarie per evitare che le querele, con richieste abnormi e infondate di risarcimento, possano diventare un’arma contro i giornalisti che pubblicano notizie “scomode”. Tra le tante liti temerarie ricordiamo le innumerevoli rivolte verso il direttore del Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio da parte di Renzi e del Pd. Un ultimo caso a Catania quello dei giornalisti Inannitti e Benanti per la redazione il primo e la pubblicazione il secondo, di un comunicato stampa, ritenuto dal ricorrente, l’ex sindaco Enzo Bianco, meritevole dell’intervento del Tribunale di Catania.
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