Falso promotore finanziario arrestato a Milano per truffa da 3 milioni. VIDEO

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Un falso promotore finanziario è stato arrestato a Milano dalla Guardia di Finanza di Pesaro per aver aver truffato centinaia di risparmiatori.

Truffa milionaria scoperta a Pesaro

Un uomo di 43 anni, originario di Messina è stato arrestato dagli uomini della Guardia di Finanza di Pesaro lo scorso 11 febbraio, nell’ambito di un’operazione di polizia giudiziaria denominata “Piramide di carta”. È accusato di essere responsabile di varie truffe dal valore complessivo di oltre 3 milioni di euro ai danni di centinaia di inconsapevoli risparmiatori. Il soggetto viveva da anni all’estero e le operazioni che hanno portato al suo fermo sono risultate particolarmente complesse.

L’operazione “Piramide di carta”

Per settimane sono state eseguite attività tecniche e di “pedinamento virtuale” – quali intercettazioni telefoniche, tracciatura dei movimenti finanziari, costante monitoraggio dei social network – che hanno portato alla localizzazione della posizione fisica di V.R. in Croazia nella città di Pola ove, indisturbato, si stava attrezzando per svolgere una vita lavorativa analoga a quella italiana. Lunedì 11 febbraio, R. ha però fatto un passo falso: ritenendo di non essere più oggetto di attenzioni, ha deciso di varcare i confini e mettersi in viaggio verso Milano. Il movimento non è sfuggito ai finanzieri pesaresi che, dopo averlo localizzato, lo hanno agganciato e seguito nel suo tragitto che aveva come meta finale un ufficio postale di Milano.Là ad aspettarlo ha trovato le Fiamme Gialle che sorprendentemente hanno constatato come l’autoveicolo usato per gli spostamenti fosse “rubato”, in quanto sottratto indebitamente a un’impresa di autonoleggio siciliana.

Le indagini hanno tratto origine a fine del 2014, quando erano stati individuati dei soggetti che collocavano, nella provincia di Pesaro, prodotti finanziari promossi da varie società estere, registrate anche in cc.dd. “paradisi fiscali”, tutte facenti capo a V.R.

Le modalità della truffa

Il contenuto del sito web di riferimento essenzialmente proponeva investimenti immobiliari in America e Germania, protezione del patrimonio, costituzione di società estere, consulenza del debito con operazioni di saldo e stralcio, e persino un corso da investitore immobiliare con “successo garantito” al costo di euro 13.000. Nel sito web sono state rinvenute anche le testimonianze di alcuni presunti investitori che esaltavano i vantaggi ottenuti dagli investimenti con la società.

V.R. ed i suoi collaboratori ostentavano sul loro diario pubblico di facebook “vite da sogno” e importanti iniziative imprenditoriali, pubblicando continuamente fotografie e racconti di appuntamenti, incontri con potenziali investitori, sopralluoghi finalizzati alla gestione di immobili e, soprattutto, guadagni facili, con l’intento ultimo di attrarre nuovi investitori. Il modus operandi posto in essere dal R. e dai suoi sodali consisteva nell’offerta al pubblico – per lo più attraverso la rete internet e un collaudato passaparola tra investitori soddisfatti, tipico del c.d. “schema Ponzi” – contratti di associazione in partecipazione che garantivano rendimenti sino al 96% del capitale investito, con l’esonero dalle eventuali perdite e con la garanzia della restituzione dell’intero capitale investito.

Le indagini bancarie

È stata, quindi, interpellata dall’Autorità giudiziaria pesarese per un raccordo investigativo l’Autorità di vigilanza di settore, ossia la CONSOB. Questa ha preso conoscenza della portata e della pericolosità del fenomeno rilevato, addivenendo all’adozione dei provvedimenti di sospensione e revoca delle autorizzazioni per l’esercizio di attività finanziaria delle società estere. Il R., con il fine di tentare di aggirare il divieto della CONSOB, si è quindi “associato” con un altro soggetto residente nel milanese. Ai suoi clienti ha pertanto offerto dei nuovi investimenti denominati “CELLE” (o SHARES) che avevano la possibilità – a suo dire – di essere garantiti anche con dei diamanti. Le investigazioni hanno fatto emergere che i prodotti offerti – secondo R. collegati ad operazioni immobiliari ad altissima redditività effettuate in tutto il mondo – erano in realtà inesistenti, così come la sede e l’operatività delle società coinvolte erano puramente formali: una truffa colossale che ha indotto in errore almeno 300 investitori residenti su tutto il territorio italiano, di cui oltre cinquanta nella provincia pesarese.

Le indagini hanno consentito di appurare che gli investitori truffati avevano effettuato numerosi e consistenti bonifici su conti svizzeri, maltesi e croati gestiti dal R. che sono al momento in fase di rintraccio in quanto è stato emesso un decreto di sequestro per un ammontare complessivo di euro 3.260.000. L’operazione si inserisce nella più ampia cornice dell’azione di contrasto della Guardia di Finanza all’abusivismo finanziario e ai delitti contro il patrimonio tramite frode, a tutela del cittadino e dei piccoli investitori.

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