La Guardi di Finanza di Torino ha arrestato 6 persone con l’accusa di evasione fiscale per mezzo di false fatturazioni per operazioni inesistenti, che hanno fruttato oltre 3 milioni alla società di trasporti Pennella e Mazzoleni.
A Torino 3 milioni di evasione fiscale
Sono 6 le persone arrestate dalla Guardia di Finanza di Torino. Sono ritenute responsabili di aver ideato e gestito un sistema criminoso finalizzato all’evasione fiscale mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, per oltre 3 milioni di euro. Il tutto a favore di un’affermata azienda di autotrasporti torinese, la Pennella e Mazzoleni, operante nel settore automotive per note case automobilistiche.
Le indagini delle Fiamme Gialle
Due milioni e mezzo di euro il valore dei beni sequestrati in corso di esecuzione a Torino e provincia. Le custodie cautelari, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torino, sono giunte al termine di un’indagine condotta dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria del capoluogo piemontese e coordinata dal Procuratore Aggiunto dott. Marco Gianoglio e dal Pubblico Ministero dott. Mario Bendoni.
12 responsabili e 10 società compiacenti coinvolte
L’operazione ha permesso di individuare 12 soggetti responsabili di aver partecipato, a vario titolo, al complesso meccanismo fraudolento. Questo era stato messo a punto da un avvocato civilista torinese. Nello stesso erano coinvolte 10 società compiacenti, aventi sede tra il Piemonte e il Lazio, tra cui numerose cartiere, che emettevano fatture per operazioni inesistenti in favore della società di autotrasporti torinese, i cui amministratori, marito e moglie, sono finiti in manette insieme all’avvocato, alla moglie di quest’ultimo, e a 2 amministratori delle società emittenti.
I Finanzieri hanno accertato che i profitti della frode venivano fatti confluire su conti correnti esteri intestati a 2 società appositamente costituite ad Ibiza e, dopo essere stati ripuliti, venivano utilizzati per l’acquisto di case vacanza in loco, dal cui affitto gli indagati ottenevano ulteriori guadagni.
Il reinvestimento dei proventi
I proventi erano utilizzati per l’acquisto di beni di lusso, tra i quali una Ferrari 812 Superfast, da cui ha preso il nome l’operazione, di immobili in prestigiose località sciistiche. Una parte erano trasferiti in favore di società austriache per effettuare investimenti in prodotti finanziari. Le indagini hanno constatato il reato di bancarotta fraudolenta a carico di 8 soggetti. In concorso tra loro avevano procurato il fallimento di due società emittenti le false fatturazioni. Il meccanismo aveva previsto la distrazione di risorse finanziare per più di 2 milioni di euro. Contemporaneamente agli arresti, sono stati pertanto notificati sequestri per circa 2 milioni e mezzo di euro di beni riconducibili agli indagati, tra cui rientrano 9 immobili ubicati in provincia di Torino.
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