Nel corso della giornata di ieri sono stati uccisi due imprenditori nei pressi di Milano, in un primo momento sembrava che i due casi potessero essere collegati ma ecco che emerge un’altra verità. Due persone hanno affermato di essere i killer dell’omicidio di Rozzano. Il delitto potrebbe avere come movente la vendetta dato che la vittima potrebbe aver abusato di una bambina.
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Omicidio di Rozzano i fatti
Il 25 febbraio 2019 è stato un giorno particolare per la cronaca italiana. Ad Acireale, in Sicilia, sono stati recuperati due dei tre corpi dei ragazzi dispersi dopo esser stati travolti da un’onda anomala nel porto di Santa Maria la Scala. A Bisaglia e Rozzano sono stati uccisi due uomini con diversi colpi di arma da fuoco, ma i due delitti a quanto pare hanno un movente diverso. Al momento non si conoscono ancora i killer di Giuseppe Giuliano, ucciso davanti un cantiere di Bisaglia, mentre i killer di Rozzano hanno confessato l’omicidio di Antonio Cristiani nei pressi del supermercato “Il Giogante”.
Gli inquirenti stavano indagando al fine di scoprire se i due delitti potessero essere collegati, ma ecco che arriva la confessione dei killer di Rozzano.
Rozzano, Emanuele Spavone e Achille Mauriello hanno confessato
Due ragazzi di 35 e 27 anni, Emanuele Spavone e Achille Mauriello, ore fa si sono presentati nella locale stazione dei carabinieri di Rozzano confessando l’omicidio di Antonio Cristiani di 63 anni. Secondo quanto emerso da una prima attività investigativa, sembrerebbe che i due ragazzi abbiano agito per vendetta. La vittima, Antonio Cristiano, avrebbe abusato sessualmente di una bambina.
Aggiornamento, Antonio Cristiani era stato denunciato per abusi su minore
Nel corso della serata di ieri gli inquirenti hanno avuto modo di ascoltare Emanuele Spavone e il suo complice Achille Mauriello. Dall’interrogatorio è emerso come la figlia di Spavane era vittima di abusi sessuali messi in atto dalla vittima Antonio Cristiani, nonno e ex suocero del suo assassino. La moglie del killer nei mesi scorsi aveva già presentato la denuncia contro Antonio Cristiani e la piccola era già stata sentita dagli inquirenti la mattina dell’omicidio.
Secondo quanto reso noto dai giornali, Emanuele Spavone sarebbe stato incitato dalla famiglia che poi l’avrebbe accolto con applausi fuori dalla caserma. Secondo quanto reso noto dall’Ansa, Spavone sarebbe stato ‘attirato da Napoli’, città dove si era trasferito dopo quanto emerso in famiglia circa la violenze subite dalla figlia.
Su questo si sta concentrando l’attività investigativa cercando di far luce anche su altri soggetti del ‘clan familiare’ nell’ambito della vendetta, e non solo sul padre della piccola, fermato con un complice.
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