Niente accordo sulla Tav tra Lega e M5S che restano lontani politicamente. Dopo la riunione di stanotte spunta fuori il problema delle ripartizioni spese tra Italia, Francia e Unione Europea.
Niente accordo dopo 5 ore di vertice notturno
Troppo distanti le parti. Diverse, come era da scommetterci le idee tra Lega e M5S, praticamente opposte. M5S non la vuole la Tav, la Lega si. Il Movimento però non riesce ad imporsi ed allora ecco spuntare l’ennesima scusa, un altro pretesto per tirarla alle lunghe ed arrivare alle Elezioni europee. Sebbene tutti hanno ben chiaro che la Tav serve solo a buttare soldi (circa 7 miliardi ) nessuno riesce a dire di no. Allora non basta nemmeno i pareri di esperti che in questi anni si sono susseguiti. Cominciando dai luminari del Politecnico di Milano, dalle inchieste di Tg Report, dai titoloni nei giornaloni, fino ad arrivare all’analisi costi-benefici. Alias la consacrazione della bocciatura dell’opera.
Spuntano nuove criticità
Ma la politica è un’altra storia. Incombe il Cavaliere con le lusinghe a Salvini ed andare al voto anticipato è considerato un danno più grosso che continuare a disattendere le promesse elettorali, come già fatto con la Tap e Ilva. Come uscirne? Ci pensa Conte che trova il problema delle ripartizioni delle spese tra Italia, Francia e Unione europea. “Sono emerse criticità che impongono una interlocuzione con gli altri soggetti partecipi del progetto, al fine di verificare la perdurante convenienza dell’opera e, se del caso, la possibilità di una diversa ripartizione degli oneri economici“, dicono da Palazzo Chigi. Intanto l’11 marzo i bandi scadono.
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