Sono ore particolari a Palermo, dopo che la Digos ha arrestato ha Giuseppe Frittitta e Ossama Gafhit. Secondo la procura siciliana si tratterebbe di due lupi solitari, ma l’attività investigativa continua senza sosta.
Palermo, due persone fermate con l’accusa di terrorismo
Sono due le persone che sono state arrestate con l’accusa di terrorismo, una di queste è il palermitano Giuseppe Frittita di 25 anni, e un marocchino Ossama Gafthir di soli 18 anni. Il primo risiede a Bernareggio, tra Monza e la Brianzia, mentre il secondo a Cerano in provincia di Novara. I due ragazzi sono accusati di istigazione a commettere reati di terrorismo e autoaddestramento per compiere atti terroristici.
Tra gli effetti personali dei ragazzi è stato trovato del materiale video contente tutte le istruzioni per la partecipazione ai combattimenti e avrebbe anche studiato varie tecniche di guerrigli. Il tutto non finisce qui. I due ragazzi, in questo frangente, si sarebbero informati su come compiere azioni kamikaze effettuando varie ricerche in rete.
L’attività investigativa
Nel corso dell’attività investigativa per l’operazione Jannah, è emerso come sia stato Ossama Gafhir a convincere Giuseppe Frittitta a seguire forme estreme di radicalizzazione cercando anche di persuaderlo al fine di andare a combattere nei territori occupati dall’Isis, sostenendo così l’esercito jihadista. Tale processi di radicalizzazione era cominciato già nel 2017, quando Giuseppe Frittitta a Palermo aveva cominciato a frequentare in modo assiduo i luoghi di culto islamico. Nell’articolo de La Repubblica è possibile anche leggere quanto dichiarato dalla Procura di Palemero “Dopo aver conseguito l’abilitazione alla conduzione di mezzi pesanti, si è trasferito per motivi di lavoro, nelle zone del Nord Italia, dove ha accresciuto il suo livello di radicalizzazione, frequentando assiduamente luoghi di culto della provincia di Monza-Brianza ed intensificando le relazioni di amicizia con Ghafir e altri italiani convertiti alla fede islamica, nonché con cittadini stranieri che pongono in essere condotte che evidenziano forme di estremismo preoccupanti“.
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Successivamente viene reso noto che entrambi i ragazzi praticavano soft air, la simulazione di azioni militari, al fine di mettere in atto un vero e proprio addestramento prendendo familiarità anche con le armi. Secondo la Procura siciliana però si tratterebbe di due lupi solitari “che intraprendono il jihad senza una ben precisa e chiara organizzazione ma spinti e motivati solo dal crescente odio verso i Kuffar, parola araba che indica, attraverso una grande varietà di sfumature, la persona che non crede nel Dio islamico. due mujaheddin virtual che promuovono una guerra culturale, anche a colpi di tweet e di notizie artatamente piegate alla propaganda radicale“.
“Come fate crescere le femmine vostre”
Secondo quanto reso noto da Repubblica.it, la madre di Giuseppe Frittitta ha cercato di dissuaderlo da quello che stava facendo. In un’intercettazione, inoltre, i due avrebbero avuto anche uno scontro su come cresce un giorno un’ipotetica figlia che il ragazzo avrebbe potuto avere. Frittitta in particolar modo, come pubblicato dal quotidiano, avrebbe dichiarato: “Se me la cresci tu, come fate crescere le femmine vostre mi costringete ad andarmene in carcere! Mi mandate voi con le vostre mani in carcere a me… Perché devo tagliarle la testa. Se fossi stata tu musulmana anche tu saresti stata oppressiva. Io ti sarei stato ad ascoltare ma siccome sei miscredente, non hai nessun potere su di me“.
Durante una conversazione con Ossama Gafhir, Frittitta, invece avrebbe dichiarato: “Mi sono preso troppo di collera ho sbagliato tipo due volte strada. Ho allungato 40 chilometri, in più mi sono dovuto fermare. Credimi, mancava poco e Yusuf faceva un casino in autostrada“. Al momento però non è chiaro se il giovane si riferisse a una giornata di viaggio in tir o, se differentemente, parlasse di un possibile attentato. L’interpretazione è ancora al vaglio degli inquirenti. In il marocchino di diciotto anni, in una conversazione con il siciliano sosteneva: “La legge di Allah si applica con la spada e bisogna essere crudeli con i traditori e con i ribelli. E morti tutti“.
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