“Italia sprechi troppo!”, ecco perché Merkel dice no agli eurobond

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Cosa c’è dietro al no agli eurobond di Merkel e von der Leyen. Perché Conte non vuole il Mes e cosa pensano dell’Italia alcuni analisti.

Per capire il “No” di Ursula von der Leyen e Angela Merkel ai Coronabond, dobbiamo innanzitutto capire cos’è l’Europa e come questa è divisa da un punto di vista ideologico.

L’ Europa secondo Merkel e von der Leyen

Cominciamo dai Paesi del nord. Per loro, anche in presenza di crisi simmetriche (come quella del Covid-19), ogni Paese deve fare riferimento alle proprie risorse (utilizzabili in deficit, con la sospensione del Patto di stabilità). Questo è stato nei fatti proposto all’Italia, che ha chiesto ed ha avuto accordato la sospensione appunto del Patto di Stabilità. Per il Nord Europa, il passo successivo era, nel caso ne avesse bisogno, la richiesta di intervento del Mes: un trattato intergovernativo esterno al Trattato sul funzionamento dell’Ue, che può fornire quell’aiuto (a singoli Paesi e a precise condizioni).

Il Paese richiedente aiuto dovrà dimostrare che il suo debito accresciuto sarà comunque sostenibile. Se non fosse così, l’incremento debitorio verrebbe punito dai mercati finanziari, con il relativo incremento dello spread sui titoli pubblici del Paese in questione. Per questi Paesi non vi è un interesse europeo distinto dalla somma dei singoli interessi nazionali. Per i Paesi del nord, dunque, il Covid-19 non è sufficiente per mettere in discussione lo status quo.

L’Europa non è uno Stato

Per i Paesi del Sud, siccome la crisi COVID-19 ha messo in crisi tutta l’Europa occorre creare delle risorse comuni finalizzate a combattere la guerra sanitaria, e le sue conseguenze economiche, non già a finanziare la spesa corrente dei Paesi colpiti. Lo stato dell’arte in Europa è quello di avere una moneta unica e diverse politiche fiscali nazionali. Nei fatti non vi è una capacità fiscale sovranazionale che possa rispondere ad esigenze comuni con risorse comuni.

Gli analisti: “In Italia troppi sprechi”

D’oltre oceano gli analisti sono espliciti. “L’Italia deve ristrutturare la propria spesa pubblica per avere credibilità nei mercati finanziari. Credibilità che porta alla fiducia gli investitori che compreranno bond del Bel Paese  anche con un tasso d’interesse basso. L’Italia deve attuare le politiche che sono state adottate dalla Germania post muro. Ridurre la spesa pubblica eliminando gli sprechi. Ci vuole un’inversione di marcia da parte della politica. In Italia poi  i sindacati mietono più danni che il virus, sostenendo battaglie senza senso come quella dell’articolo 18 che toglie lavoro ai giovani, crea disoccupazione e affossa la previdenza sociale”.

Cosa farà l’Europa? Un possibile scenario

Detto questo, secondo gli esperti von der Leyen e Merkel non faranno nessun piano di ristrutturazione perché “l’Europa non è uno Stato ma una serie di accordi commerciali e di libero scambio. Nulla più. L’Italia avrà lo scudo della BCE che con 700 miliardi comprerà una parte del debito cercando di limitare lo spread. Ve lo siete mai chiesti perché la Germania tenta di tenere su il prezzo dell’Euro? Perché non vuole disoccupazione! Poi spende in modo logico, non ha debiti eccessivi e i suoi crediti li vuole pagati bene”, ci viene riferito.

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