Governo, stai con gli untori?

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di Mari Cortese e Salvo Giuffrida

Tutti contro l’esuberante sindaco di Messina, “Scateno” De Luca. Tutti i burocrati e opinionisti della Costituzione inabili, inetti o non gravati dalla necessità di fare applicare le nostre leggi. Insomma, sapientoni fuori uso durante un’emergenza; figure lontane come FarOut dal tessuto dei comuni dove i sindaci, devono dare conto di ciò che succede in città. In un momento in cui le denunce per violazione normativa fioccano a 10000, ed in virtù del fatto che la Settimana Santa calamiti verso insperati ricongiungimenti familiari, De Luca ritiene urgente sapere che chi passa dal “suo territorio” rientri nella categoria di onesti che si sono prenotati preventivamente sul sito del Comune di Messina per l’ottenimento del nulla osta. E chi l’ha fatto rientra nel 92% di iscritti, che “passa” per motivi di lavoro o di salute, secondo quanto registrato nel sito. Il beneficio è doppio: maggiore coscienza del flusso che passa per la città di Colapesce e dei comuni che accoglieranno i nuovi venuti, di cui sarà più semplice controllare la permanenza a casa.

È vero: il Consiglio di Stato, con il parere della prima sezione n. 735/2020, si è espresso verso l’annullamento dell’ordinanza del Sindaco di Messina, su proposta del ministro degli Interni. Ma non illudetevi, giacché l’ordinanza non potrà essere annullata; non senza una deliberazione del Consiglio dei Ministri, poi recepita dal Presidente della Repubblica attraverso suo decreto da pubblicare in Gazzetta. Insomma, se è vero che De Luca corre per Palazzo d’Orleans, la ministra e chi con lei tentano una credibilità arrancata, attraverso titoloni che danno  a intendere conclusione immediata. Perché se è vero, che i nostri numeri in Sicilia non sono quelli della Lombardia, è possibile che rischiando di giocare agli gnorri, Covid il ciclone si incazzi con noi sboroni.

Ma poi, non era la lettera C dell’art.1 del decreto legge n.19 del 25/03/20 che recitava “limitazioni o divieto di allontanamento e di ingresso in territori comunali, provinciali o regionali, nonché rispetto al territorio nazionale”? Quindi, sul suo territorio, il sindaco deterrebbe il controllo. Ed è probabile che la “ministra”, non essendo stata abile nel fare istituire una banca dati efficiente, possa soffrire complessi d’inferiorità nei confronti del pasionario De Luca, che è riuscito a fare meglio attraverso sforzi minimi; cosucce di cui un comune può disporre per amministrare.

Sembra uno scherzo, ma non c’è nessuna Candy camera nascosta. L’unica cosa occultata, è la legalità. Chiusa in cassaforte e ben nascosta, e che non va applicata per nessun motivo. Costi quel che costi. In Sicilia funziona così: ordine di Stato? Oltrepassato lo stretto di Messina, sembra si entri in un’altra dimensione. Futuristica, direste voi. No! Non vivrete le fantastiche avventure narrate nella saga Ritorno al Futuro diretta da Robert Zemeckis, con Michael J. Fox e Christopher Lloyd. La dimensione in cui vi ritroverete è narrata non tanto dalle cronache, ma soprattutto dai sopravvissuti alla strage di Portella delle Ginestre. La prima sconfitta della legalità e di libertà di espressione in Italia arriva, infatti, in quel 1 maggio del 1947. L’icona è un un tappeto di sangue incancellabile dalla storia.

La dimensione siciliana è quella raccontata anche da quel singhiozzo amaro di Rosaria Costa, meglio conosciuta come la vedova Schifani. Vito, il marito, morì con Giovanni Falcone nella strage di Capaci. Le parole pronunciate  da Rosaria, “Lo Stato… lo Stato” sono forti e hanno commosso il mondo. Quella pausa ad intercalare dura un eternità per chi doveva e non fece nulla per fare eseguire le leggi. Quel pianto oggi rimbomba nella mente di tutti quei siciliani onesti, di quelli che le regole le rispettano e vogliono solo che siano rispettate. Oggi più che mai! Il killer non è più Giovanni Brusca, o Totuccio Contorno. Il nemico, non più “Totò u curtu“, e nemmeno “Il Papa“, al secolo Michele Greco, bensì il virus che con le stesse modalità della Mafia s’insinua nella società e s’impossessa degli individui fino ad ucciderli.

“Lo Stato…lo Stato” nella lotta contro il COVID-19 è il grande assente. Cateno De Luca chiama ma la burocrazia e il Governo si rinchiudono su se stessi, come un fiore di carciofo, e non ne vogliono sapere di concedere, almeno per una volta, la parità di diritti ai siciliani; e quello alla salute, lo è. Emanano un Decreto, un foglio di carta per fermare il flusso di arrivi in Sicilia. Negligenza, per carità, forse schermaglia politica tra il Sindaco di Messina, che vuole sostanzialmente dei controlli seri per chi decide di attraversare lo Stretto e la ministra degli Interni Lamorgese. Meglio le assenze di Stato? Chissà mai, che poi il popolo siciliano si abitui alla legalità e finita l’emergenza la pretenda d’ufficio? Meglio non correre rischi.

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