Disastrosi interventi dalla Regione Siciliana sugli studenti isolani fuori sede

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Al tempo del Coronavirus, il governo regionale siciliano e i parlamentari di Sala d’Ercole hanno realizzato due disastrosi interventi sulla questione legata alle studentesse e agli studenti fuori sede, residenti in Sicilia da almeno un anno e che sono regolarmente iscritti all’anno accademico in corso.

Il bando “bandito”…

Il primo dei disastri è stato il bando con cui sono stati stanziati 7 milioni di euro per le studentesse e gli studenti che risiedono in Sicilia, ma che sono iscritti in atenei fuori dall’Isola e all’estero. E per chi come Giuseppe, che studia a Catania ma è fuori sede perché è residente a Caltanissetta? La Regione Siciliana non l’ha considerato un fuori sede. Eppure Giuseppe ha dovuto necessariamente, a carico della famiglia, affittarsi una stanza a Catania, a pagarsi le utenze, a provvedere al vitto e a pagarsi il biglietto dell’AST per rientrare nei periodi festivi a Caltanissetta. Quello di Giuseppe, ovviamente, è solo un esempio.

Dopo il bando “bandito”, l’emendamento di Sammartino

A questo punto del disastro consumato, con un bando che è una vera e propria raccolta di assurdi vingoli e pastoie burocratiche, entra in campo il vicere renziano Luigi Sammartino, che, con la “sua” V Commissione dell’Assembea Regionale Siciliana, propone un emendamento, che è un’altra ingegneria discriminatoria: un bonus di 500 euro per le studentesse e gli studenti siciliani in regola con le tasse universitarie e iscritti in un ateneo dell’Isola. Insomma, nelle stanze del Palazzo dei Normanni, governo regionale e parlamentari hanno spaccato le studentesse e gli studenti siciliani in tre tronconi netti e separati, creando non poca confusione e non poca rabbia fra i “fuori sede” e le loro famiglie.

Il Coordinamento di ASIA e Noi Restiamo

Sulla questione si è costituito un Coordinamento nazionale, promosso da ASIA USB e da Noi Restiamo, con lo scopo di informare sul bando e sull’emendamento i “fuori sede” siciliani. In merito a ciò, Claudia Urzi’, responsabile di ASIA-USB Sicilia, ha Inviato all’On. Roberto Lagalla, assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione Professionale e all’On. Luca Sammartino, presidente della V Commissione dell’ ARS, il testo del comunicato di ASIA- USB e di “Noi Restiamo” dove sono fortemente criticate le modalità del bando e viene denunciata come discriminatoria la decisione adottata all’unanimità dalla V Commissione dell’ARS: “ASIA e Noi Restiamo ne chiedono il ritiro, per essere riformulato e reso accessibile anche alle studentesse e agli studenti siciliani iscritti in facoltà universitarie fuori dall’Isola. Inoltre chiedono un incontro per discutere SUBITO misure a sostegno dei giovani in difficoltà, il blocco del pagamento generalizzato di affitti e utenze per chi si trova in difficoltà economica”.

In conclusione, chi legge potrebbe porsi un legittimo quesito: ma perché la Regione Siciliana e i parlamentari dell’ARS non hanno pensato ad un bando unico per le studentesse e gli studenti universitari fuori sede?
Io, invece, sottolineo che il comportamento disastroso della Regione & dell’ARS non è un caso limite. È la conseguenza di una politica che non programma interventi mirati per contrastare nell’Isola quel disagio sociale, che, da un momento all’altro, il “Palazzo” NON potra’ più nascondere, come la polvere, sotto il tappeto…

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