“Ecco la mia cattedra”, la protesta dei precari contro il Ministero dell’Istruzione

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Tante, le incertezze nel mondo della scuola avvertite durante questo rientro scolastico ancora da vagliare in questo 2020 così diverso, dagli anni vissuti precedentemente.

Non è una novità, certo, che le istituzioni scolastiche si siano notevolmente evolute dal varo del Piano dell’Offerta Formativa di più di vent’anni fa.

Ma gli assetti, si sono sempre riequilibrati o meno in base alle scelte politico-normative di un rappresentante delle istituzioni istruttive, piuttosto che un altro. Nessun batterio dall’elevata contagiosità ha mai costretto in ginocchio rappresentanti dello Stato, genitori, bambini e personale scolastico, prima d’ora.

Sono state divulgate, per ragioni di contrasti politici e propaganda elettorale diverse fake news, bisogna ammetterlo per dovere di onestà: ad esempio, le scuole visitate da Freepressonline hanno ricevuto dispositivi di protezione individuale sufficienti per la copertura di almeno qualche giorno di scuola; inoltre, non abbiamo riscontrati grossi vuoti nelle forniture dei posti a sedere.

Foto di Oriana Pappalardo

Ciò non toglie che la situazione è certo più critica in altri istituti meno “fortunati”, rispetto a quelli da noi visitati.

Un problema innegabile, di livello nazionale è certamente quello dei posti degli insegnanti.

Da due giorni, a proposito, impazza sui social l’hashtag #eccolamiacattedra, protesta pacifica ma virale dei docenti precari che non sono ancora stati chiamati per rientrare in classe. Come il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina aveva promesso, salvo poi annunciare lo slittamento del rientro dei precari entro il 24 settembre.

Oriana, insegnante di sostegno, afferma ai nostri microfoni:

Qualche giorno fa sui social è partita la campagna Ecco la mia cattedra per evidenziare come le promesse dettate dalla Azzolina nel periodo estivo non si stiano assolutamente avverando perché ci sono centinaia di precari in tutta Italia che, nonostante la scuola sia iniziata giorno 14, si trovano a casa. Tutte le graduatorie stanno avendo un rallentamento generale. A Catania, soltanto adesso hanno iniziato a chiamare la prima fascia delle nuove GPS. I posti, come sempre al Sud sono molto pochi e l’hashtag vorrebbe evidenziare come dal 1 settembre si attendevano tutti i precari in cattedra ma moltissimi ragazzi, soprattutto col sostegno, nonostante l’inizio della scuola non hanno l’insegnante. Se si fosse assunto dalle graduatorie in esaurimento, come da anni chiedono i precari di ogni tipo, non ci sarebbero cattedre vuote. Soprattutto coloro che inizieranno in DAD, hanno bisogno di avere la loro insegnante che li assista e li accompagni. Se fosse la stessa persona dell’anno prima sarebbe un sogno soprattutto per alunni disabili, genitori e docenti”

Chiara, insegnante di lettere:

L’hastag #questaèlamiacattedra è lo slogan di una protesta virtuale che ha come protagonisti gli insegnanti precari che, in posa “da colazione” o accompagnati da una buona tazza di caffè, ironicamente polemizzano contro l’orgogliosa riapertura e ripartenza della scuola. Inoltre, la digitalizzazione e provincializzazione delle graduatorie sembra aver rallentato ancor più la macchina delle assunzioni il cui motore non godeva, già in passato, di brillanti prestazioni. A farne le spese anche gli alunni che, in questa nuova e delicata fase segnata dall’emergenza Covid-19, si trovano, in molti casi, senza un Consiglio di classe completo. Insomma, insegnanti precari equivale a scuola precaria e ciò può essere annullato esclusivamente mirando ad una concreta stabilità”

Insomma, in molti attendono col fiato sospeso che il Ministro Azzolina si faccia ricordare per un aiuto concreto che non risiede certo nei milioni investiti per la scoperta ricreativa del moto copernicano coi banchi a rotelle.

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