Dopo il passaggio delle vecchie Circoscrizioni a Municipi nel Comune di Catania, i rappresentanti delle istituzioni eletti nei quartieri si attendevano che il loro lavoro potesse essere agevolato nella risoluzione dei problemi di ogni singola zona. Le posizioni di Sebastiano Anastasi (capogruppo Grande Catania) e di Fabrizio Cadili (M5s).
I Municipi, come scritto nel regolamento sul Decentramento urbano, “Hanno funzione di provvedere in maniera autonoma alla formazione delle decisioni e all’espletamento delle funzioni di competenza e contribuiscono alla formazione delle scelte politiche, amministrative e sociali della città“. In che modo? Attraverso l’assegnazione a ciascun Municipio da parte del Comune di risorse finanziarie vincolate, strumentali ed umane, sulla base delle caratteristiche demografiche e strutturali di ciascun Municipio. Sempre all’interno del regolamento, leggiamo che “La mancata assegnazione di adeguate risorse finanziarie, strumentali ed umane di fatto significherebbe la mancata assegnazione delle competenze ai Municipi in netto contrasto con quanto sancito dalla legge Regione Siciliana n. 11 del 26/05/2015“.
E qui si rivela il problema principale, denunciato dal consigliere pentastellato al I Municipio, Fabrizio Cadili.
“Dal regolamento si evince che noi dovremmo avere tutta una serie di risorse, a partire da somme da poter spendere all’interno del Municipio, ma anche una pattuglia interessata alle nostre segnalazioni. Parliamo di somme, mezzi, uomini che non avere a disposizione, automaticamente fa scadere le nostre competenze. A partire dal fatto più banale: devo cambiare un rubinetto. Posso anche metterli di tasca mia, ma non si può fare tutte le volte. I problemi sono moltissimi. Noi dovremmo avere un Bilancio nostro, ma ciò non sarà possibile prima che arrivino i fondi. Sono due anni e mezzo che faccio mozioni, proposte, segnalazioni ma ma materialmente non si può fare nulla, o molto poco. E io ho il dovere di rispondere ai miei elettori“, afferma il consigliere pentastellato.
Anastasi: “Altro che decentramento, qui si fa fatica a tenere gli sportelli aperti”.
D’altro canto, anche il consigliere fautore del regolamento sul Decentramento, il capogruppo di Grande Catania Sebastiano Anastasi, fornisce uno scenario di valutazione: “Il consigliere Fabrizio Cadili ha ragione, ma ci sono dei particolari da attenzionare. Ma quando mi sono insediato in qualità di presidente dell’VIII Commissione, quella sul Decentramento Amministrativo, la prima cosa che ho fatto era quella di modificare il regolamento in vigore, per dare dignità al ruolo di consigliere di quartiere che dovrebbe occuparsi dei territori in modo differente rispetto al consigliere comunale. Ma è vero che solo ora è stato approvato il Bilancio stabilmente riequilibrato. Finora è stato tutto congelato. Inoltre, la scommessa adesso sarà di riorganizzazione: altro che decentramento, qui si fa fatica a tenere gli sportelli aperti. Molta gente va in pensione. Se questo nuovo governo nazionale non metterà mano a una riforma degli enti locali che prevede per un ente come il comune di Catania di procedere ad assunzioni“, afferma Anastasi, e continua:
“È vero che per l’amministrazione la scommessa è ambiziosa. Io ho portato avanti il regolamento e non mi sono fermato. Lunedì avrò la posizione organizzativa del I Municipio, mentre mercoledì avrò quella del VI. Municipi dove mancano i servizi essenziali. Ma è anche vero che le responsabilità ce le dobbiamo prendere tutti: qualcuno a livello nazionale deve sbloccare questa situazione e fare sì che ci siano strumenti affinché il Comune di Catania possa procedere ad assunzioni. Nell’art.1 del regolamento, in buona sostanza, c’è scritto che se i Municipi non hanno la dotazione finanziaria e il personale adeguato a poter operare, loro si possono avvalere di una legge regionale per chiedere il commissariamento del Comune di Catania. E questo è un passaggio nuovo rispetto al passato. “Noi in consiglio comunale abbiamo dato il segnale, l’amministrazione col bilancio stabilmente riequilibrato speriamo sia il segnale, a Palermo e stata fatta una legge regionale a vantaggio dei Municipi, ora ci aspettiamo un segnale e livello nazionale da chi dice di essere innamorato del decentramento“.