L’urbanizzazione selvaggia della Timpa di Leucatia, ma tutto è in regola

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Prosegue speditamente l’urbanizzazione selvaggia della Timpa di Leucatia, prezioso sito dal notevole interesse paesaggistico, naturalistico, storico e archeologico.

Proseguono speditamente i lavori di costruzione di un edificio ad uso abitativo all’interno della Timpa di Leucatia, un corridoio lavico risalente a 135.000 anni fa che si estende dall’ambiente umido sottostante la Villa Papale sino al monte San Paolillo e che collega i comuni di Catania, Tremestieri Etneo e Sant’Agata Li Battiati.

E’ proprio nella zona nord della Timpa, quella di Canalicchio, al confine con il comune di Sant’Agata Li Battiati, che, nonostante il notevole interesse paesaggistico, naturalistico, storico e archeologico del sito, l’urbanizzazione selvaggia sta prendendo il sopravvento.

La Timpa di Leucatia

Una flora e una fauna particolarissime e tutte mediterranee, un imponente acquedotto benedettino, un antico sepolcreto di epoca romana dedicato alla dea Leucotea, una tomba a cassa (sempre di epoca romana), del materiale ceramico attribuibile al passaggio dal Tardo Bronzo all’Età del Ferro, dei frammenti ceramici ascrivibili al periodo che va dal Bronzo Medio all’epoca greco-arcaica e segni evidenti del suo utilizzo strategico durante la Seconda Guerra Mondiale sono tutte le preziose caratteristiche di questo affascinante sito.

La timpa di Leucatia risulta infatti essere una zona tutelata a livello paesaggistico 2, nonché zona di interesse archeologico ex art. 142 lettera m) del Codice dei Beni Culturali. Già nel 2009, d’altronde, dei lavori di sbancamento sul territorio del sito furono bloccati grazie all’intervento di Legambiente e della Magistratura.

La timpa durante la Seconda Guerra Mondiale

Come racconta l’archeologo catanese Alberto D’Agata alla Redazione di Free Press Online, << All’interno della timpa, punto strategico grazie all’ottima visuale che fornisce sulla piana e il golfo di Catania, venne costruito, tra il 1941 e il 1943, un vero e proprio caposaldo, una zona fortificata in cui erano presenti dei bunker, delle batterie e degli osservatori con la specifica funzione di difendere la città dalle incursioni aeree. In quella zona, tra l’altro, fu combattuta una cruente battaglia tra un reggimento della fanteria inglese e i militari italiani e tedeschi lì trincerati. Morirono molti inglesi, come testimonia la retrostante Chiesa dei Martiri Inglesi >>.

<< Solamente sul monte San Paolillo ci sono tre bunker a postazioni circolari mono-arma che servivano a difendere le strade e gli accessi verso Nord, mentre le batterie anti aeree, nonostante non siano state trovate, dovevano sicuramente esserci, in quanto sono in possesso di una mappa inglese che indica la presenza di quattro batterie esattamente nella collina a fianco – spiega Alberto D’Agata – Sul monte San Paolillo si trova infatti un osservatorio che probabilmente gestiva la parte di difesa e comunicava le coordinate di tiro ai cannoni dall’altra parte della collina, osservatorio che altrimenti non si spiegherebbe con le altre postazioni, di tipo flaK e per artiglieria leggera. Infine ci sono le torrette antiaeree: una si trova proprio dove è situata la tomba romana, che è stata trasformata in una sorta di belvedere e in essa è stato posizionato un cannone; un’altra è posizionata con una rampa di accesso e serviva per la foto elettrica, per illuminare leggermente il cielo durante le incursioni; l’ultima, quella più piccola e stretta, molto probabilmente si doveva ben mimetizzare nella boscaglia e serviva a collocare una piccola mitragliatrice >>.

Il corso di acqua dolce

Giovanni Grasso, il presidente della commissione sul Recovery Fund, pone invece l’attenzione sulla quantità di acqua fornita naturalmente dalla timpa e deprecabilmente sprecata<< Ho portato all’attenzione del sindaco Pogliese la questione della trasformazione della Timpa di Leucatia in parco urbano e dello spreco dell’acqua dolce che vi scorre per una quantità di circa 150 litri al secondo – afferma Giovanni Grasso – Quelle stesse quantità d’acqua potrebbero dare un grandissimo contributo all’economia catanese, non soltanto per quanto attiene al risparmio dell’acqua in sè, ma anche perché potrebbero essere utilizzate a fini industriali e agricoli >>.

Ma tutto è in regola

Quello che potrebbe sembrare un abuso edilizio non lo è affatto. Tutto sembrerebbe in regola. Il professore Giuseppe Sperlinga, infatti, spiega che sull’area vi sono dei vincoli generici, facilmente superabili.

 

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