Catania dapprima avanti poi sotto di due gol. Moro, con la sua tripletta, illude i tifosi, ma Tenkorang fissa il punteggio sul 4-4. Ora per Sigi c’è la chiamata, tardiva, della Procura in Tribunale.
Primo tempo
Il Catania parte sornione ma al sesto minuto con un’azione manovrata è letale. Al centro area Rosaia deposita in rete che si sfoga in un’esultanza rabbiosa. Dopo i ragazzi di Baldini spengono la luce ed è solo Campobasso in campo. Il centrocampo traballa e subisce il gioco avversario. Al 19′ Sala in uscita travolge Liguri. Emmausso trasforma spiazzando il portiere etneo. Nemmeno passano due minuti e il Campobasso punisce la mancanza di concentrazione del Catania: contropiede dei padroni di casa e gol dell’ex Rossetti. Al 32′ errore clamoroso dell’inadeguato Monteagudo e gol di Candellori che da pochi metri sigla il 3-1. La prima frazione riserva ancora emozioni. Raccichini esce in modo troppo deciso e per l’arbitro è rigore. Moro non sbaglia siglando la sua undicesima rete in campionato.
Secondo tempo
Secondo tempo con ritmi più lenti per via del campo reso pesante dalla pioggia. Il Catania è più intraprendente ma le occasioni da rete latitano parecchio. La strategia attendistica dei padroni non paga, anzi fa danno. Al 67′, infatti, un fallo di mano di Dalmazi, viene punito con il rigore trasformato da Luca Moro, implacabile marcatore etneo. Insaziabile il marcatore arrivato in prestito dal Padova si ripete al 73′ per il gol del sorpasso. A 15′ dal termine, uno dei migliori in campo, Zanchi fa un fallaccio su Rossetti e viene espulso. In 10 i rossazzurri non reggono e subiscono il pareggio di Tenkorang, lasciato colpevolmente solo in area dai centrali etnei. Al triplice fischio il punteggio è di 4-4 per una partita spettacolare.
Tutti in Tribunale
La buona prestazione di oggi dei ragazzi di Baldini fa male ai tifosi e alla città, visto che molto probabilmente il 16 novembre sarà scritta la parola fine sul club etneo, nelle mani di Sigi, che più che organizzare un piano industriale e ridurre i debiti ha tirato troppo la corda con Tacopina. Alla stampa solo balle spaziali, anche davanti l’evidenza. Cercare di nascondere fatti e non volere che gli organi d’informazione non parlassero della crisi societaria la dice tutta su una proprietà che non ha più nulla da dire, ma solo una cosa da fare per rispetto dei suoi dipendenti in primis e della piazza: andare in Tribunale per finirla con questa farsa. Sigi dovrà finalmente dire chi sono i maltesi “benefattori” che hanno permesso d’iscrivere la squadra al torneo. Almeno la Procura, che ha chiesto il fallimento del club, avrà le risposte, con le buone o con le cattive.