Dopo l’approvazione d’alcune normative europee che argomentano in materia di sicurezza stradale, deliberate di connubio tra tutti gli stati membri aderenti alla comunità europea, promulgate ed approvate anche in Italia, da qualche anno si sta verificando una vera e propria escalation, che ha determinato in breve tempo, l’eliminazione di tutti gli incroci o crocevia che si ritengono pericolosi, sostituendo gli stessi dalle ormai note rotonde smaltitraffico.
Anche a Catania, considerata ormai una vera e propria metropoli etnea, si è adeguata all’applicazione delle suddette norme, ritenendo, infatti, molti incroci cittadini, troppo ingolfanti per la circolazione stradale o comunque pericolosi.
Allo stesso tipo di regolamentazioni sono stati sottoposti anche diversi incroci considerati pericolsi nell’hinterland della città, ma non tutti.
Anche nei centri abitati etnei, infatti, si sono viste grandi modifiche, che hanno stravolto la rete viaria e soprattutto gli incroci, almeno quelli ritenuti meno sicuri.
Tanto sicuramente si è fatto, ma tanto altro ancora deve esser compiuto, giacché la percentuale dei sinistri non accenna a diminuire ed anzi si è notato che, per contro, l’unico deterrente che fino ad ora abbia ammortizzato in qualche modo le stragi e i sinistri sulle nostre strade sia stato l’inserimento nel codice stradale dell’uso della cintura di sicurezza per le auto e l’utilizzo del casco per i piloti di moto e motorini.
In merito alla sicurezza stradale nell’hinterland catanese, c’è stato segnalato nella zona al confine tra Gravina di Catania, Tremestieri Etneo e Sant’Agata lì Battiati, un incrocio particolarmente maldestro, per usare solo un sottile eufemismo.
Il temibile incrocio, già costato tanto in termini economici, per sfortunati od imprudenti investiti ed investitori, si trova su un tratto della Via Vittorio Emanuele di pertinenza del Comune di Gravina, in prossimità della Via Leonardo da Vinci, già territorio di Tremestieri Etneo e ancora con Via Bellini già nel territorio di Sant’Agata Lì Battiati.
A complicare la già complicata situazione dell’incrocio, troviamo sulla stessa traiettoria del crocevia un’altra piccola traversa, la Via Giovanni Pascoli, anch’essa facente parte del territorio gravinese, che tende drasticamente ad incunearsi tra le altre due strade che disegnano quest’incrocio anomalo, quasi a voler dar vita ad un nodo mortale, che diventa spesso teatro d’ingarbugliati incidenti stradali, con mera difficoltà nell’individuare colpevoli ed innocenti.
Nonostante tutto nessuno sembra muovere un dito, poiché la maggior parte delle volte, è pure difficoltoso riuscire a ben interpretare la reale appartenenza territoriale dei punti di scontro, ergo la competenza per l’eventuale e lesto intervento territoriale delle forze dell’ordine.Ma mentre i comuni si rimandano burocraticamente le responsabilità del caso, la gente continua a distruggersi i nervi e soprattutto le auto per degli stupidi incidenti stradali, nell’attesa che magari uno di questi giorni ci sia davvero uno sfortunato povero cristo che ci lasci le penne sul serio.