Raffaele Lombardo, a seguito della sua assoluzione definitiva, ha ripercorso i tratti salienti de l’iter giudiziario e poi ha affermato di non volersi candidare a sindaco di Catania.
L’ex presidente della Regione siciliana ha puntato il dito contro chi ha dato per troppo tempo ascolto ai pentiti che lo hanno accusato di avere vicinanze con gli ambienti di Cosa nostra. Tra questi ha ricordato il pluriomicida Maurizio Avola e Giuseppe Ferone. “Questi sono mafiosi, gente che ha ammazzato. Nel parlare si sono fatti i loro conti per acquisire benevolenza verso la Pubblica accusa e i giudici che poi li giudicheranno. Poi io ritengo che siano stati imbeccati dai loro colleghi mafiosi per farmi danno”. Insomma i pentiti sarebbero sono stati gestiti contro di lui dalla stessa mafia contro la quale “ho fatto tanto danno. Più di altri”, tuona Lombardo in conferenza stampa.
Raffaele Lombardo esclude categoricamente una sua candidatura a sindaco di Catania: “È un gossip offensivo – dice scherzosamente, ma non troppo – Io ho la mia età. Secondo voi mi potrei impegnare per 5 anni notte e giorno?”.
Lombardo resta con la bocca chiusa anche su un suo preferito candidato sindaco: “Se mi sarà chiesto esprimerò la mia opinione. Nel prossimo fine settimana ci sarà un congresso rifondativo dell’Mpa da cui uscirà un nostro candidato a sindaco di Catania, che parteciperà al confronto con gli altri candidati per arrivare, se possibile ad una sintesi. Il vero autonomista – continua Lombardo – non né di destra né di centro nemmeno di sinistra. Deve allearsi e fondersi con chi persegue l’obiettivo di dare forza al Sud e alla Sicilia. Cosa che oggi si è persa ampiamente di vista”.
Una cosa è certa, che il peso specifico di Raffaele Lombardo è totalmente cambiato a Catania. Raffaele è tornato forte.