La ricetta di Elvira, un’avvocato con la passione per la cucina, oggi riguarda la “Pasta a Milanisa”, cosa diversa dalla pasta con le sarde.
Piccola storia della “Pasta a Milanisa”
Nonostante il nome sembrerebbe trarre in inganno, pare che sarebbe così chiamata, seconda una delle versioni che io più amo, in quanto i normanni (popolo che dominò la Sicilia) venivano chiamati dai siciliani “i milanesi”; secondo alcune fonti, pare che siano stati proprio loro ad introdurre il pesce conservato, quindi essiccato, affumicato o salato, nella parte interna della Sicilia lontana dalle coste, dove arrivava più difficilmente.
Ingredienti: acciughe sott’olio, passata di pomodoro, cipolletta fresca, aglio, finocchietti selvatici, olio e sale
PREPARAZIONE :
In una padella far soffriggere un’acciuga sott’olio con uno spicchio d’aglio e della cipolletta fresca, aggiungere il finocchietto selvatico tagliato, precedentemente sbollentato in acqua salata e previamente scolato, per circa 10 minuti.
Aggiungere la passata di pomodoro ed un mestolo di acqua di cottura dei finocchietti(dove avremo cura di far cuocere la pasta) e far saltare per circa 20 minuti avendo cura di rigirare spesso il sugo, a fuoco lentissimo. Scolare la pasta che più si desidera al dente, preferibilmente penne o spaghetti e far saltare in padella con il sugo.
Se si vuole si può aggiungere sopra la c.d. mollica “atturrata”, ossia la mollica siciliana tostata, il cui termine deriva dal processo di tostatura del caffè “atturrare”(tostare).
Per quest’ultima basterà far soffriggere un pò di aglio con dell’acciuga e del peperoncino per poi aggiungere del pangrattato che si farà tostare in padella per circa 10 minuti, rigirando spesso.
Chi è Elvira Sciacca
“Sono una donna di 41 anni che da circa 12 anni esercita la professione di Avvocato e che fin da bambina ha la passione per la cucina.
Come scrisse qualcuno “il cibo è cultura quando si produce, si crea, si prepara, si trasforma, si consuma e quando si sceglie”!
Attraverso le mie ricette provo a far rivivere in qualche modo le ricette delle due Donne che mi hanno inculcato e trasmesso amore smisurato per la cucina e per il cibo, ossia, la mia nonna materna, Lina, di origini ennesi e la mia mamma Rosetta, venuta a mancare troppo presto.
Fin da piccola, annotavo le loro ricette in un’agenda che ancora custodisco come se fosse un tesoro prezioso.
Sono loro che mi hanno insegnato come da una ricetta semplice alla portata di tutti possano nascere grandi cose/sapori, un pò come accade nella vita.
Nelle mie ricette tradizioni, ricordi, profumi e sapori siciliani antichi s’incontrano”.
