“Vincenzo Bellini ha seminato bellezza e bontà. È stato un dono particolare di grazia voluto dal Signore”. Così monsignor Barbaro Conti, ha ricordato il compositore catanese, questa mattina nella Cattedrale di Catania, in occasione del 188esimo anniversario della morte. Presenti le massime autorità cittadine, tra le quali, la prefetta Maria Carmela Librizzi, il sindaco Enrico Trantino, il presidente del Consiglio comunale, Sebastiano Anastasi, il sovrintendente del Teatro massimo Bellini, Giovanni Cultrera. Il Coro femminile del Teatro massimo ha offerto, con straordinaria capacità artistica e palpabile trasporto emotivo, un concerto di musiche sacre, diretto con grande sensibilità da Luigi Petrozziello. Molto affollata la funzione religiosa, con la partecipazione di studenti di alcune scuole superiori, dell’Università e di molti turisti che hanno reso omaggio al Cigno catanese. La funzione religiosa si è conclusa con la benedizione della tomba, all’ingresso della Cattedrale, dove si sono la folla, commossa e composta, si è soffermata in raccoglimento o per fotografare l’evento, inserito nell’ambito delle celebrazioni programmate dal Bellini International Context.
il Coro femminile ha eseguito un concerto di musiche sacre iniziato con “Kyrie” della compositrice francese Cecile Chaminade, mentre di Wolfgang Amadeus Mozart sono state eseguite le due abbaglianti pagine “Alleluia” e “Ave Verum Corpus”. All’interno della performance proposti il “Sanctus et Benedictus” di Luigi Bottazzo, l’esaltante “Agnus Dei” di Bob Chilcott tratto da A little Jazz Mass, a seguire una delle pagine più struggenti e dolorose della musica sacra di tutti i tempi, “Quando Corpus Morietur”, pezzo conclusivo dello straordinario “Stabat Mater“ di Giovanni Battista Draghi detto Pergolesi, autore quest’ultimo, stante alla testimonianza di Francesco Florimo, molto caro al cuore di Vincenzo Bellini.
Di quest’ultimo è il brano finale “Come, ah come ogni cosa”, cavato dall’opera Beatrice di Tenda. In maniera insolita, il Cigno catanese è stato presente in questo concerto non con un brano di musica sacra, come sarebbe stata consuetudine aspettarsi, ma con un delicato intervento di un Coro di damigelle, tratto dal primo atto del penultimo melodramma belliniano, scritto due anni prima della prematura morte del musicista e che ebbe il suo debutto il 16 marzo 1833 al Gran Teatro La Fenice di Venezia. Il coro femminile – che interviene dopo alcuni versi intonati dalla protagonista eponima, “Respiro io qui… Fra queste ombrose piante” – descrive mirabilmente gli accorati e sconfortati sentimenti che si agitano nell’animo della nobildonna, mentre l’intera scena si svolge nel Boschetto del Giardino Ducale, dove Beatrice giunge venendo fuori dalle camere interne del castello, con le damigelle che la seguono sottolineandone le emozioni.
Abbiamo voluto immaginare, certo con tanta fantasia e visionaria esaltazione emotiva, – scrive Giovanni Pasqualino – che i quattro versi che vorrebbero consolare l’infelice Beatrice siano stati quasi una premonizione del grande dono di bellezza e gloria che Vincenzo Bellini avrebbe offerto alla città natale, illuminandola e vivificandola con la sua straordinaria e originale creatività: “Come, ah come ogni cosa/il suo sorriso allegra, /a voi dolente ed egra, /rechi conforto ancora!” Il sorriso della musa belliniana con la sua travolgente fascinazione e con il suo profondo pathos non solo ha recato e recherà sempre conforto ma darà anche lustro imperituro alla città etnea, com’ebbe a profetizzare il poeta Mario Rapisardi in una significativa epigrafe del 1876, in occasione della traslazione delle ossa del musicista dal cimitero parigino del Père Lachaise al Duomo di Catania: “Questa Basilica, ove giacciono dimenticate le ossa di tanti re, diverrà famosa per la tomba di Vincenzo Bellini”.
Il Coro del Teatro Massimo Bellini di Catania, diretto da, Luigi Petrozziello, ha eseguito:
Cecile Chaminade, “Kyrie” dalla Messe pour 2 Voix Egales, Op. 167 N.1″
Wolfgang Amadeus Mozart, “Alleluia, K.165”
Wolfgang Amadeus Mozart, “Ave Verum Corpus, K.618”
Luigi Bottazzo, “Sanctus et Benedictus”
Bob Chilcott, “Agnus Dei”, da A little Jazz Mass
Giovambattista Pergolesi, “Quando Corpus morietur” da Stabat Mater in Fa minore
Vincenzo Bellini Bellini, “Come, ah come ogni cosa…” da Beatrice di Tenda
In collaborazione con Arcidiocesi e Teatro Massimo Bellini di Catania