Il ponte sullo stretto…un sogno

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Ho il piacere di mettervi a parte di alcuni miei sogni, quelli confessabili, quelli inconfessabili li tengo per me.

Fin dalla preistoria, da quando l’homo erectus ha cominciato a ragionare, a pensare, ha sempre cercato di muoversi, spostarsi per la ricerca di cibo e di conforts, ha attraversato foreste, ha scavato tronchi per farne barche per navigare sui laghi e sul mare, ha attraversato fiumi a nuoto, lanciandosi con le liane, imitando le scimmie, suoi progenitori.

Ha costruito ponti per attraversare fiumi che non riusciva a superare, servendosi di tronchi d’albero, liane e di tutto quello che la natura e l’ambiente le offrivano.

Sognava anche di poter volare, la mitologia ci ha consegnato il mito di Icaro, miseramente naufragato perché la cera delle api con cui aveva incollato le penne degli uccelli per realizzare le ali, con il calore del sole, la cera si è sciolta, le ali si sono disfatte ed Icaro è precipitato rimettendoci la vita.

Anche Leonardo di Vinci si è cimentato nel tentativo di realizzare una macchina volante, anche lui ha realizzato modelli che modelli sono rimasti. Neanche lui, il più grande ingegno del rinascimento è riuscito a volare.

Altra mira dell’uomo è stata da sempre il tentativo di realizzare un collegamento tra le due sponde mitologiche: Scilla e Cariddi. Lo stretto di Messina. Collegare stabilmente la Calabria alla Sicilia, Reggio di Calabria o meglio, Villa San Giovanni con Messina.

La storia degli antichi romani, storia che rasenta la mitologia o mitologia è essa stessa, ci racconta che un tentativo, di realizzare un ponte tra Scilla e Cariddi, fu effettuato nell’anno 251 a.c. durante la prima guerra punica, per consentire il passaggio degli elefanti catturati dai romani ai cartaginesi.

Negli anni cinquanta a Messina, nel mese di Agosto, si teneva una fiera campionaria molto frequentata da siciliani e calabresi. In uno di quegli anni è stato esposto un plastico del ponte sullo stretto che, per grandi linee, assomigliava molto all’attuale progetto.

Negli anni successivi ben due professionisti Acesi si sono cimentati nella progettazione di un ponte sullo stretto, entrambi pensavano ad un ponte simile all’attuale progetto. Il primo, in ordine di tempo è stato l’ing. Rosario Caltabiano, il secondo il prof. Michele Maugeri, entrambi purtroppo già scomparsi.

L’idea di realizzare un attraversamento stabile dello stretto di Messina, un cordone ombelicale che unisse le due sponde, è stato, da sempre, un sogno coltivato da tutti i popoli che si sono avvicendati nel calpestare i suoli siculo-calabri.

Resterà solo un sogno o ad oggi, c’è la volontà politica ed i finanziamenti per realizzarlo?  

Ma in particolare, e soprattutto, esistono ad oggi tutte le condizioni tecnico-scientifiche per realizzarlo in assoluta sicurezza, per permettere ai treni di viaggiaci sopra?

Il Castoro

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