L’attenzione mediatica resta concentrata sul processo per la morte di Pamela Mastropietro, il cui corpo è stato fatto a pezzi. Nel corso della nuova udienza tenuta ieri davanti la Corte di Assise di Macerata ecco che emerge un nuovo dettaglio raccapricciante: Pamela venne fatta a pezzi quando era ancora viva?
Processo morte Pamela Mastropietro
La morte di Pamela Mastropietro è destinata a segnare le pagine della cronaca italiana e non solo. La giovane è stata uccisa nei pressi di Macerata dove si trovava perché ospite di una struttura d’accoglienza. Fatale per Pamela è stata la volontà di scappare dalla comunità al fine di raggiungere Roma, sua città natale, ma il progetto della ragazza non è mai andato a buon fine. Pamela ha perso il treno che gli avrebbe salvato la vita, quando invece ha Innocent Oseghale, da quel momento in poi è difficile capire cosa sia successo alla diciannovenne o chi abbia incontrato oltre il pusher nigeriano.
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“Disse di rivolgersi a Lucky”
In occasione della nuova udienza tenutasi davanti la Corte D’Assise di Macerata, Oseghale, ha raccontato di aver avuto un rapporto sessuale consenziente con la ragazza in cambio di aiuto per trovare una dose di eroina, la stessa che gli avrebbe procurato la morte per overdose. La tesi del pusher è stata poi smontata in aula dal suo ex compagno di cella nel carcere di Ancona, Stefano Giardini.
Stefano Giardini, interrogato davanti alla Corte D’Assise di Macerata, secondo quando riportato anche da RomaToday, su Oseghale ha spiegato che questo in occasioni più chiacchierate ha sempre negato di aver dato delle coltellate a Pamela, ma solo di aver sezionato il corpo. Sul giorno in cui la vittima incontrò il pusher nigeriano, Giardini, ha dichiarato: “Lu è stato avvicinato da questa ragazza, che non conosceva e gli ha chiesto di accendere una sigaretta; poi gli ha chiesto se poteva procurarle una dose di eroina“.
Stefano Giardini continua dicendo: “Oseghale fece un paio di telefonate, chiamò un suo amico che gli disse che era fuori zona e di rivolgersi a Lucky che si rese disponibile, confermò di avere la dose e si diedero appuntamento a un campo di calcio. A quel punto Oseghale e la ragazza si appartarono sotto un ponte ed ebbero un rapporto sessuale“.
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“Aveva paura che la compagna scoprisse il tradimento”
Poco dopo la morte di Pamela Mastropietro, Innocent Oseghale, ha sempre dichiarato di volersi disfare del corpo della giovane per paura che la compagna potesse scoprire il tradimento. Questa tesi è stata parzialmente confermata da Stefano Giardini che, sempre secondo quanto pubblicato da RomaToday, in aula ha dichiarato: “Entrò nel panico perché l’indomani doveva tornare a casa della compagna, che era ospite di una comunità e non sapeva come cancellare le tracce di questo suo tradimento. Per lui il tradimento era il problema“. Giardini, inoltre ha anche escluso eventuali contatti che il pusher possa aver avuto con la mafia nigeria, dato che dopo l’arresto gli vennero sequestrati i soldi che l’uomo aveva in una libretto risparmi e quindi impossibilitato a fare la spesa al quale provvedeva appunto il compagno di stanza.
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